Vademecum del Feticista

Quando si parla di Fetish subito il pensiero va a due o tre cose in particolare, ma in realtà sotto questo termine c’è un mondo intero, ve lo posso assicurare. Generalmente si pensa all’adorazione da parte dell’uomo delle calzature e dei piedi della donna, o alla donna su tacchi a spillo e vestita di cuoio attillato con in mano un frustino, o poco più… ma chi si definisce feticista sa benissimo che queste semplici situazioni sono spesso solo l’ingresso nel modo del Fetish; ci si può anche limitare alla semplice adorazione dei piedi della Mistress che ci sovrasta dall’alto della sua bellezza vestita o no di cuoio, ma ogni feticista ha comunque percorso mentalmente gli altri cento sentieri delle pratiche fetish; magari anche solo per dire a se stesso “non lo farei mai”, ma ha comunque valutato un po’ tutti i meandri del feticismo. È anche vero che la pratica che possiamo definire basica, la più “normale”, ossia la venerazione del piede della donna, racchiude in sè l’essenza di tutte le altre pratiche, ogni feticismo sottintende infatti l’adorazione della Donna o di una parte di lei (o anche solo un suo accessorio) e nello stesso tempo quest’adorazione porta con sé la propria sottomissione a lei, alla Mistress, che guarda caso vuol proprio dire Padrona. Senza andare a scomodare Freud e successori proviamo semplicemente a metterci nel ruolo mentale del feticista, che spesso si definisce Slave, quindi Schiavo, casomai ci fossero dei dubbi sul tipo di rapporto che si instaura… Gli incontri di questo tipo, comunemente definiti Sessioni, partono quasi sempre dall’adorazione dei piedi e/o delle calzature della Mistress, e qui già la misura del tacco, il grado di naturalezza del piede a seconda che gli odori siano quelli naturali o di profumi, fa la prima differenza tra i vari Slave, che possono poi subire il calpestamento da parte della Mistress (il Trampling), o i calci della signora nei testicoli (Ball Busting). Già in queste poche pratiche si evidenzia l’essenza del feticista: adorazione e sottomissione alla Bellezza e Sensualità della Mistress, che per poter essere davvero una divinità, deve essere irraggiungibile, quindi… niente sesso! Il piacere del feticista risiede nell’esaltazione della Mistress tramite elementi e atteggiamenti di lei per lui umilianti: schiaffi (Slapping), sputi (Spitting), insulti, derisione, fino ad arrivare alle situazioni in cui la Mistress tratta lo Slave da vero e proprio WC, scaricando su di lui le proprie… ehm… esigenze biologiche.

Ma la vera mortificazione, l’umiliazione in fondo più eccitante per il feticista è la negazione del sesso e del Piacere da parte della Mistress, che quasi sempre non si fa neppure toccare (a parte i piedi) e neppure si spoglia. Allo Schiavo può essere concesso di masturbarsi durante la Sessione, ma non si va oltre, e se in fase di primo approccio telefonico si fa qualche domanda di troppo ci si sente immancabilmente rispondere “non sono una Escort!”. Questa quindi è la prima regola che deve avere in mente chi magari vuol cominciare a mettere il naso in questo mondo; la seconda regola è che, proprio per stabilire fin dal primo approccio telefonico i ruoli, alla Mistress si dà del “lei”, cortesia che ovviamente verrà ricambiata non solo con il “tu” ma con una serie di epiteti da farci spesso impallidire. Il momento più difficile soprattutto per chi è alle prime armi è quello che potremmo definire l’Entrata in Scena, vale a dire il passaggio dalla situazione formalmente normale a quella trasgressiva: la prima volta, quando bussi alla sua porta e lei ti apre siete due persone qualsiasi e magari lo siete anche per qualche minuto dopo che sei entrato, difficile evitare un minimo di convenevoli: da quell’estraneità formale al trovarsi col suo piede nudo in bocca mentre lei ti manda a quel paese con i peggiori insulti ci sono apparentemente chilometri, e l’ingresso in scena è una delle abilità della vera Mistress: quasi senza accorgertene ti trovi nel ruolo che volevi, a fare quelle strane cose che volevi e le fai con naturalezza, libero da convenzioni sociali, luoghi comuni, stupidi formalismi ed etichette, libero di eccitarti o soffrire, o le due cose insieme. Sì, ma….  il mio orgasmo? L’idea di andare da una Girl o Escort e uscire da lì senza aver “concluso” ci fa gridare vendetta, ok, invece l’idea di concludere l’incontro con la Mistress senza aver raggiunto il godimento non solo non ci scandalizza, ma anzi, quasi aumenta la nostra sodddisfazione poichè aumenta la nostra mortificazione, rafforza il senso della  bellezza e distanza della Padrona; se poi si soffre di ansia da prestazione e talvolta la paura di “non farcela” ci fa fare brutte figure con le donne, beh, trovarsi in una situazione in cui la figuraccia aumenta il  piacere dello schiavo poichè determina ulteriore derisione da parte della nostra Padrona, beh, che dire….? Non è la quadratura del cerchio?

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